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Tecnologie per i beni culturali


Quali sono gli utilizzi dei radar che avete sviluppato?

Uno è quello appena ricordato: vedere attraverso le murature o sotto il terreno, che ad esempio potrebbe nascondere reperti archeologici. Ma non ci sono solo i radar penetranti, abbiamo progettato e sperimentato anche radar interferometrici, che servono per misurare gli spostamenti degli edifici e sono usati in ingegneria civile per la misura delle frequenze proprie di ponti, torri, turbine. Infatti, qualsiasi oggetto vibra ad una propria frequenza: per questo il progettista di un edificio calcola quale sarà la frequenza di ciò che sta costruendo e, durante il collaudo, verifica l’esattezza delle sue previsioni. Tra l’altro noi abbiamo misurato la frequenza propria della Torre di Arnolfo di Cambio, tanto per restare a Palazzo Vecchio, confermando sia precedenti misurazioni fatte agli inizi del ‘900 da padre Guido Alfani, preoccupato dalle oscillazioni create da un cannone che periodicamente sparava a salve dal Palazzo, sia osservazioni più recenti eseguite da Andrea Chiarugi negli anni Ottanta mediante un laser e una vibrodina, un grosso motore eccentrico, posta sulla Torre di Arnolfo per provocarne le vibrazioni. Noi invece abbiamo usato il radar a distanza senza alcuna eccitazione artificiale. Abbiamo fatto misure analoghe anche sul Campanile di Giotto e la Torre di Pisa.

 I rilevamenti a Pisa, in Piazza dei Miracoli

I rilevamenti a Pisa, in Piazza dei Miracoli


Perché è importante monitorare la  frequenza propria di un edificio storico?
Perché ad esempio se l’edificio e il terreno su cui è stato costruito hanno la stessa frequenza, in caso di movimento sismico, l’edificio può crollare. Già gli antichi romani erano a conoscenza di questo fenomeno, tanto è vero che non facevano mai passare su un ponte un esercito  schierato, il cui passo cadenzato può avere la stessa frequenza del ponte facendolo crollare.   

Avete operato  anche sul Battistero?
Nel 2009, attraverso un radar interferometrico in grado di rilevare spostamenti più piccoli del centesimo di millimetro, abbiamo monitorato  le vibrazioni indotte da sollecitazioni ambientali, come il traffico veicolare, prima e dopo la chiusura al traffico di piazza Duomo. Abbiamo così constatato la riduzione delle vibrazioni di circa il 50%.

Attualmente su cosa state lavorando?
Siamo impegnati a San Gimignano per monitorare le famose torri di quel bellissimo paese medievale.  Il progetto si chiama RiSEM (Rischio Sismico negli Edifici Monumentali) e coinvolge, insieme al nostro  Laboratorio e al Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, che è capofila della ricerca, anche il Dipartimento di Restauro e conservazione dei beni architettonici del nostro ateneo e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena. (ddb)

 

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