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L'Ateneo fiorentino e l'Iraq, una storia che cresce

Crescono i rapporti fra l’Ateneo e l’Iraq. Numerosi sono i settori in cui sono sorti in questi anni gli scambi e le collaborazioni: dal 2005 ricercatori dell’Università di Firenze sono protagonisti di importanti progetti di cooperazione internazionale, nel campo dello sviluppo agro-zootecnico e della gestione delle risorse idriche; dal giugno 2013, in base ad un Accordo dell’Ateneo con  il Ministero iracheno dell’Alta Educazione e della ricerca scientifica, si contano già 6 gruppi di visiting professor provenienti a Firenze da tutte le provincie della nazione orientale. Nuove prospettive si aprono ora per favorire l’accesso di studenti dell’Iraq in Italia, e in particolar modo all’Università di Firenze, con finanziamento iracheno.

Questi temi sono stati oggetto di un recente visita del direttore del Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) Matteo Barbari che è stato in Iraq dal 17 al 24 novembre scorsi insieme all’assegnista di ricerca Giuseppe Rossi. “Il nostro viaggio – spiega Barbari – aveva come obiettivo il consolidamento di rapporti ormai decennali con le istituzioni irachene. Come prima tappa siamo partiti  da Baghdad, dove, grazie al supporto della sezione culturale dell’Ambasciata Irachena a Roma, abbiamo potuto incontrare, presso il Ministero iracheno dell’Alta Educazione e della Ricerca Scientifica, il direttore generale e il viceministro con l’obiettivo di definire le azioni per favorire l’accesso di studenti iracheni in Italia, e soprattutto a Firenze”.

Di rilievo a Baghdad anche gli incontri coi Rettori dell’Università di Baghdad (vedi foto) e dell’Università di Alnahrain, entrambi interessati a stipulare accordi di collaborazione culturale e scientifica con l’Università di Firenze. “Questi contatti – riferisce ancora Barbari – si inseriscono nel quadro del recente accordo stipulato con il Ministero, volto a favorire scambi di docenti e studenti e la collaborazione culturale e scientifica. Sono già 35 i visiting professor che abbiamo ospitato: quattro gruppi ad Agraria, uno al Dipartimento di Scienze politiche e sociali (DSPS) e un altro, proprio in questi giorni e fino al 20 dicembre, al Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia (SCIFOPSI)”.

Di quest’ultimo gruppo fanno parte sei docenti iracheni, provenienti dalle Facoltà di Scienze dell’Educazione delle Università di Baghdad, Al-Mustansiriyah e Dilay. “Durante la loro permanenza – dettaglia Paolo Federighi, ordinario di Pedagogia generale e sociale e curatore del progetto - i docenti iracheni potranno partecipare ai corsi di Scienze della Formazione primaria, ai seminari  e ai laboratori frequentati dagli studenti che si preparano a diventare insegnanti”. Ci sarà anche l’occasione per conoscere più da vicino le scuole primarie e dell’infanzia del comprensorio , come la Scuola-Città “Pestalozzi”, la “Margherita Hack” di Montelupo e la “Rimaggio” di Bagno a Ripoli. “Si tratta – prosegue Federighi – di un’importante possibilità di trasferimento di innovazione all’interno dei settori educativo-formativi e didattico-scolastici; in particolare i professori iracheni avranno l’opportunità di osservare e studiare la scuola, la ricerca e l’università italiana e apprezzare direttamente le molteplici professionalità che compongono il sistema educativo del nostro Paese”.

Nel suo viaggio iracheno, Matteo Barbari è sceso anche nel sud del Paese, incontrando i Rettori delle Università del Dhi Qar (Nassiriya), dove già esiste dal 2007 un accordo col dipartimento fiorentino GESAAF, e di Bassora, dove è stato stipulato un nuovo accordo e sono stati definiti i calendari delle visite in Italia di due nuovi gruppi di visiting professor.

Nuovi sviluppi anche circa i progetti in corso con la cooperazione italiana in campo agricolo. “In particolare- racconta Barbari – sta per partire un nuovo programma sull’allevamento del bufalo nel sud dell’ Iraq, in collaborazione con il Ministero italiano degli Affari esteri e cooperazione internazionale. Questo tipo di attività, diffusa ma a conduzione familiare, soffre di una produttività molto scarsa e i prodotti derivati come il latte, vengono lavorati in condizioni igieniche precarie- prosegue Barbari – La costituzione di un Centro di formazione, in due sedi – a Nassiriya e a Bassora – e di quattro fattorie in cui verranno applicate le pratiche apprese, mira a migliorare i risultati e il processo di lavoro, anche grazie a moderne strumentazioni, e a formare complessivamente più di 600 addetti, per la maggior parte donne, da sempre impegnate nelle attività lavorative agricole nei villaggi”. Inoltre Barbari in Iraq ha avviato contatti importanti con il Comitato del Primo Ministro, la Commissione Nazionale per gli Investimenti, l’Unione degli Agronomi iracheni, il Ministero delle Donne, i Consigli Provinciali o Governatorati di tre Province (Dhi Qar, Bassora, Meysan). L’obiettivo è attivare corsi di formazione, realizzare interventi pilota con tecnologia italiana, svolgere studi di fattibilità su settori agricoli di interesse del sud Iraq.

Tutte le attività sono finalizzate a favorire lo sviluppo di sistemi agricoli sostenibili, in un’area di grande valore ambientale, quale quella delle marshlands, le paludi irachene, ma che negli ultimi trent’anni ha subito un forte degrado. In tutte le proposte sono privilegiati modelli di sviluppo che puntano a garantire adeguate condizioni di vita nei villaggi e favoriscano la permanenza della popolazione nelle aree rurali e l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro. (ddb)

Università di Firenze, Matteo Barbari e i rettori dell’Università di Baghdad e dell’Università di Alnahrain
 
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