Nanomateriali, uno studio sulle memorie magnetiche

Stabilizzate sulla superficie di silicio molecole magnetiche possono diventare nanomemorie e, in prospettiva futura, aumentare enormemente le possibilità di calcolo e di memorizzazione dati nei sistemi informatico-digitali.

Questa è la direzione in cui si inseriscono i risultati di uno studio nel campo dei nanomateriali appena pubblicato su Nature Communications di cui è autore Matteo Mannini, ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Chimica "Ugo Schiff" e responsabile locale di un progetto FIRB- Futuro in Ricerca.

Mannini ha coordinato l'attività del Laboratorio di Magnetismo Molecolare del nostro ateneo e di gruppi di ricerca delle Università di Parma e di Catania. I ricercatori hanno eseguito raffinati esperimenti con la radiazione X presso il sincrotrone francese Soleil.

"In questi esperimenti è stato mostrato come, grazie all'ancoraggio chimico su superfici di silicio, sia possibile amplificare la bistabilità e la memoria magnetica di un singolo strato di molecole, contenenti ciascuna uno ione lantanide - spiega Mannini -. I precedenti studi erano stati condotti principalmente su superfici metalliche e avevano dato risultati opposti: si era evidenziato che una volta raggiunta la nanoscala si riduceva in parte o del tutto l'effetto di bistabilità magnetica, e quindi la possibilità di usare queste molecole come memorie magnetiche".

Il fenomeno è di grande rilevanza come prospettiva per applicazioni nel campo della miniaturizzazione delle memorie e della spintronica, l'elettronica basata sullo spin.

"Questo lavoro - osserva Mannini - apre nuove potenzialità per la realizzazione di dispositivi ibridi in grado di sfruttare il magnetismo e gli effetti quantistici di singole molecole". (am)