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Ricerca, sei fiorentini tra i vincitori delle borse finanziate dalla Fondazione Veronesi

Sono complessivamente 153 le borse di studio finanziate per il 2014 dalla Fondazione Umberto Veronesi. I vincitori svolgono un progetto di alta innovazione scientifica che porta ad un rapido trasferimento dei risultati dai laboratori di ricerca al letto del paziente in quattro aree: oncologia, cardiologia e malattie croniche, neuroscienze, nutrigenomica e prevenzione delle malattie. Tra i vincitori ci sono sei studiosi fiorentini: Laura Gragnani, Matteo Lulli, Alessio Masi, Alessia Melani, Alessandro Pratesi e Francesco Rotella.

Laura Gragnani
L'epatite C è l'unico virus che è in grado di sviluppare nell'uomo due diversi tipi di tumori, interessando il fegato e il sistema linfatico. Questo il tema della ricerca di cui si occupa Laura Gragnani del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica. L'indagine, in particolare, è focalizzata sui microRNA, piccole molecole che regolano l'espressione dei geni, in pazienti colpiti dai due tumori provocati dal virus. Laura Gragnani lavora con Anna Linda Zignego, che dirige il centro interdipartimentale MaSVE (centro per le manifestazioni sistemiche dei virus epatici)

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Matteo Lulli

I meccanismi molecolari che determinano la morte cellulare nella leucemia linfocitica cronica, la più frequente tra le leucemie, sono al centro dello studio di Matteo Lulli. Il focus della ricerca riguarda nel dettaglio la caratterizzazione della proteina CryZ che controlla l’espressione di alcuni geni coinvolti nel controllare la morte delle cellule normali e tumorali. In seguito l’indagine si propone di comprendere se sia possibile modulare la CryZ in combinazione con trattamenti farmacologi, nell’ottica di riuscire a migliorare l’efficacia delle cure chemioterapiche convenzionali e ridurre gli effetti collaterali.

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Alessio Masi
Perchè i neuroni della cosiddetta sostanza nera, l'area del cervello deputata al controllo dei movimenti, tendono a degenerare in alcuni soggetti durante l'invecchiamento? Questa la domanda da cui prende le mosse la ricerca di Alessio Masi, afferente al Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (sezione di Farmacologia e Tossicologia) che è incentrata sui meccanismi patogenetici del morbo di Parkinson. Alessio Masi collabora con l'unità di ricerca di Guido Mannaioni.
                                                                                                                                              
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Alessia Melani

Individuare nuovi farmaci in grado contrastare gli effetti dell’ischemia cerebrale è l’obiettivo del progetto di ricerca di Alessia Melani del Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino. Lo studio si prefigge di analizzare la relazione tra l’adenosina, una sostanza endogena presente nel cervello che ha un’importante funzione protettiva sul tessuto nervoso, e una particolare proteina, il recettore A2A. La somministrazione di farmaci che intervengono su questo recettore ha prodotto interessanti risultati su modelli animali, riducendo il processo neuro infiammatorio che si genera anche a distanza di qualche giorno dall’evento ischemico (attualmente i trattamenti farmacologici sono efficaci solo se somministrati entro poche ore). Alessia Melani opera nel laboratorio di Felicita Pedata, ordinario di Farmacologia.


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Alessandro Pratesi

Sviluppare nuove molecole capaci di svolgere un’azione antitumorale selettiva sulle cellule cancerose. Questo l’orizzonte verso cui si muove la ricerca di Alessandro Pratesi, svolta nell’ambito di una collaborazione con il Laboratorio Interdipartimentale di Chimica e Biologia di Peptidi e Proteine e il Laboratorio Metalli in Medicina presso i Dipartimenti di Chimica “Ugo Schiff” e Neurofarba. Due le strategie seguite: una prevede lo sviluppo di derivati della somatostatina in grado di riconoscere alcuni tipi di cellule tumorali, veicolando specifici farmaci chemioterapici e radioterapici. La seconda si basa sulla sintesi e caratterizzazione di complessi innovativi avidina/biotina, che preparati e radiomarcati nei laboratori del nostro Ateneo, risulteranno utili in protocolli di radioterapia mirata. Lo scopo di questa ricerca traslazionale - che ha come obiettivo la trasformazione dei risultati ottenuti dalla ricerca di base in applicazioni cliniche - è di ottenere molecole utili per la messa a punto di trattamenti terapeutici con il fine ultimo di permettere in futuro ai clinici il dosaggio personalizzato di farmaci anti-tumorali.


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Francesco Rotella
La ricerca di Francesco Rotella è finalizzata a valutare i possibili fattori psicologici e psichiatrici che possono influire sulla prognosi di pazienti cardiologici che vengono sottoposti a un intervento di rivascolarizzazione. Il progetto prevede il reclutamento di 150 pazienti, la creazione di un database con un ampio numero di fattori psicologici e psichiatrici tramite la somministrazione di test psicometrici, la raccolta di una serie di variabili cliniche di rilievo. Segurianno dei controlli volti a verificare nel tempo se la presenza di psicopatologie possa essere associata a un peggior esito del problema cardiologico. Francesco Rotella collabora con l'unità di Psichiatria, Diabetologia e di Cardiologia 1 di Careggi.

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