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L'età del bronzo a Cipro, missione italiana a Erimi coordinata da Unifi

Non al solo rame deve la sua antica ricchezza l’isola di Cipro. Nell’entroterra di Limassol, a Erimi, una missione italiana ha portato alla ribaltaun sito che conobbe la sua fioritura tra il 2.500 e il 1.600 a.C. grazie a una florida attività di tipo artigianale. Dei risultati legati a questa missione parliamo con Anna Margherita Jasink, professore associato di Civiltà egee dell’Università di Firenze e direttore scientifico del Kouris River Project, e Luca Bombardieri, direttore scientifico della missione archeologica italiana a Erimi.

Qual è anzitutto il valore di questa campagna?

Il gruppo di ricerca italiano ha il merito di avere sviluppato per primo un progetto di ricerca organicamente dedicato all’indagine estensiva del popolamento antico nell’area di Erimi. Questo insediamento è localizzato a sud ovest dell’isola, in un’area finora poco considerata dagli archeologi, e si estende su una alta terrazza calcarea che domina il corso del fiume Kouris ed un'ampia porzione della costa a meridione, in corrispondenza del golfo di Kourion.Gli scavi sono cominciati cinque anni fa e i risultati più significativi sono maturati quest’estate con il ritrovamento di reperti che contribuiscono a chiarire importanti aspetti legati alla sensibile fase di transizione fra l’organizzazione delle comunità di villaggio dell’Antico e Medio Bronzo e lo sviluppo della società pienamente “urbana” del Tardo Bronzo. Più in generale da questa missione sono emersi nuovi elementi sulle relazioni di Cipro con le altre civiltàdel Mediterraneo.

Quali sono i soggetti che hanno preso parte alla campagna?

Il progetto di ricerca di Erimisi svolge dal 2006 grazie alla collaborazione di varie istituzioni. In primo luogo, l’Università di Firenze con il Sagas (Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo) e l’Università di Torino (Dipartimento StudiUm); ci sono poi il Department of Antiquities di Cipro, il Ministero Affari Esteri, l’Institute of AegeanPrehistory (Stati Uniti) ed il MediterraneanArchaeological Trust (Regno Unito), oltre ovviamente alle autorità locali, come la Municipalità di Erimi che ci ha messo a disposizioneanche la scuola diventata il nostro ‘quartier generale’ durante la missione.Il nostro team era diviso in tre gruppi di lavoro composto dastudenti, dottorandi evari specialisti tra cui topografi, restauratori, paleobotanici, fisici, architetti. In tutto quasi trenta persone.

Quali sono stati i principali ritrovamenti che hanno caratterizzato la missione?

Il villaggio di Erimi comprende tre aree principali databili fra l’Età dell’Antico e del Medio Bronzo. Nella parte più alta della collina era collocato il complesso artigianale. I ritrovamenti attestano un concetto piuttosto avanzato di organizzazione del lavoro con due aree separatein base a distinte funzioni. Al chiuso si concentrava la produzione della tessitura, all’esterno della tintura. Il primo tipo di attività è testimoniato da alcuni oggetti, tra cui numerose fusaiole, in ottimo stato a seguito del crollo del tetto di un deposito. Il secondo dalla presenza di vasche, bacini, canalette dove avveniva il processo di coloritura delle stoppe.

Dagli scavi nel quartiere residenziale, sulle pendici della collina, è emerso uno spaccato della vita domestica di questa comunità. Ogni unità familiare è organizzata intorno a una corte aperta rettangolare. La presenza di molti oggetti attesta una condivisione di vari momenti della giornata a partire da quelli conviviali. Nella necropoli, dislocata a valle, sono state ritrovate due tombe a camere. Una, in particolare, di grandi  dimensioni è stata aperta e richiusa nel tempo a più riprese per consentire la sepoltura di cinque individui, ognuno dei quali ha il proprio corredo. appartenente probabilmente a uno stesso clan. Nel complesso la nostra campagna è stata fortunata. Abbiamo rinvenuto molti oggetti integri o facilmente integrabili. Tra questi alcuni anche particolari come uno spillone in bronzo e un contenitore ceramico configurato a corpo di montone, adoperato per libagioni.

Che tipo di comunità viveva a Erimi?

Dalla conduzione dell’attività produttiva possiamo dire senz’altro che siamo di fronte a una comunità molto ben organizzata. Le ceramiche e altri oggetti che abbiamo trovato testimoniano inoltre che i contatti commerciali e culturali con tutta l’isola erano frequenti. Questi scambi avevano sicuramente favorito anchela ricchezza di Erimi, confermata anchedai corredi funerari, che ha toccato la sua massima espressione intorno al 1.500 a.C.

 Poi cosa accadde?

Gli abitanti di Erimi quasi improvvisamente lasciano il proprio villaggio. Maturano nuovi bisogni che li spingono ad aggregarsi con altre comunità e a darsi un’organizzazione più complessa. E’ il cosiddetto processo di sinecismo che è alla base della nascita e sviluppo delle città sull'isola di Cipro.

A seguito dei risultati positivi dell’attività condotta dalla missione italiana, il Dipartimento delle Antichità della Repubblica di Cipro ha dichiarato
l’insediamento dell’Età del Bronzo di Erimi-Laonin touPorakou (Limassol) area protetta di interesse nazionale (rp)

 

 
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