Medicina preventiva, il diabete di Tipo1 nei neonati rivelato dalla carnitina

 

La scarsa presenza di un aminoacido, la carnitina, rivela nei neonati il rischio di ammalarsi del diabete Tipo1 (T1D), una forma che si configura come malattia autoimmune, caratterizzata dalla distruzione delle cellule beta pancreatiche e dunque dall’insulino deficienza. E’ questa in sintesi la scoperta che alcuni ricercatori fiorentini, tra cui Giancarlo La Marca, ricercatore di Farmacologia dell’Ateneo, hanno condotto e illustrato in un articolo della rivista scientifica Nature Nutrition&Diabetes.

Il gruppo di lavoro ha esaminato i campioni di sangue di cinquanta neonati che hanno progressivamente hanno sviluppato T1D fino ai sei anni di vita e confrontati con quelli di 200 bambini sani. Ne è emerso che i primi avevano valori più bassi di carnitina libera e di alcuni suoi composti. I ricercatori hanno osservato poi che le cellule T invece di essere distrutte, come avviene in un soggetto normale, “impazziscono” e attaccano il pancreas. La correlazione tra la deficienza metabolica e la disattivazione dell’apoptosi, del meccanismo, cioè che annienta le cellule T, risiede nella carenza di alcune acilcarnitine e di alcuni metaboliti.

La scoperta del team fiorentino ha un valore significativa nell’ambito della medicina preventiva, rivolta in particolar modo alla diagnosi precoce di malattie congenite, “in quanto - come spiega Giancarlo La Marca - possiamo pensare di avere da oggi un’informazione estremamente avanzata  su chi svilupperà diabete Tipo 1”.