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Antibatterici, sviluppata nuova molecola attiva nella "cepacia syndrome"

Interessanti risultati nel campo degli antibatterici sono stati recentemente ottenuti grazie a uno studio dell'Università di Firenze. Studiosi del Dipartimento di Chimica "Ugo Schiff" hanno sviluppato in laboratorio una nuova molecola capace di legare una proteina batterica (la lectina BambL), che è responsabile, nelle prime fasi dell'infezione, della "cepacia syndrome" da Burkholderia Ambifaria in pazienti immunodepressi.

Lo studio condotto da Cristina Nativi e Barbara Richichi (da sinistra nella foto) è stato oggetto di una pubblicazione ("Synthesis of a selective inhibitor of a fucose binding bacterial lectin from Burkholderia ambifaria DOI: 10.1039/C3OB40520F") sulla rivista scientifica Organic Biomolecular Chemistry e selezionato dalla Royal Chemical Society, nonchè citato nell' "Organic Biomolecular Chemistry" blog (Link: http://blogs.rsc.org/ob/).

                                          nativi e richichi                                              

La principale novità della ricerca risiede nel fatto che la molecola interviene su una proteina batterica e non su una proteina umana (la lectina DC-Sign) coinvolta in numerosi processi fisiologici. Tale risultato è particolarmente interessante per lo sviluppo di una nuova classe di antibatterici contro le infezioni indotte da Burkholderia Ambifaria e altri batteri a questo correlati. L'indagine prende spunto da precedenti risultati ottenuti dal team fiorentino e da studiosi dell'Università di Berna e di Nottingham sempre nel campo degli antibatterici e pubblicati sulla rivista Angewandte Chemie International Edition. In particolare i ricercatori avevano riposto la loro attenzione sui "glycobeads" ("nanopalline" glicopeptidiche), capaci di inibire nei polmoni delle persone affette da fibrosi cistica la formazione di biofilms batterici -particolari insiemi di microrganismi talmente ben strutturati da generare delle sottilissime pellicole trasparenti e gelatinose - che rendono alcuni tipi di batteri resistenti alla maggior parte degli antibiotici.

La nuova molecola sintetizzata è stata preparata sfruttando una metodologia sintetica versatile messa a punto dal gruppo di ricerca fiorentino, mentre gli studi biologici sono stati realizzati in collaborazione con l'équipe di Anne Imberty del CERMAV-CNRS (Centre de Recherches sur les Macromolécules Végétales - Centre national de la recherche scientifique) e Franck Fieschi dell'Istituto di Biologia Strutturale dell'Università di Grenoble.

Il progetto è stato realizzato anche grazie alla piattaforma intergovernativa di Cooperazione Europea in Scienza e Tecnologia (COST) che ha permesso lo scambio di competenze tra il gruppo di ricerca fiorentino e quello francese (rp). 

 
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