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Vent'anni di Università a Prato

Nasceva nel dicembre 1992 il consorzio PIN, prima pietra del Polo universitario di Prato. La ricorrenza è stata festeggiata alla presenza delle autorità nel corso di un evento nella sede di piazza Ciardi, a sottolineare lo stretto legame con il territorio che ha caratterizzato fin dall'inizio questa esperienza di decentramento. L'intervento del presidente del PIN Maurizio Fioravanti.

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(...) Esattamente venti anni fa, il 18 dicembre del 1992, l'allora sindaco del comune di Prato Claudio Martini, l'allora presidente dell'Unione industriale Lamberto Cecchi, e altri esponenti delle categorie economiche artigiane della città, si recavano presso il notaio Balestri per fondare un'associazione che al momento prese il nome di " Centro Studi Ingegneria ". Era l'embrione di quello che nel tempo sarebbe divenuto il Polo universitario pratese.

Dopo gli ingegneri vennero i sociologi del lavoro e gli studiosi del distretto industriale e dello sviluppo locale, poi gli economisti del marketing e della internazionalizzazione, quindi gli organizzatori e i manager degli eventi dell'arte e dello spettacolo, infine le professioni sanitarie. La famiglia accademica si allargava continuamente e nel contempo, parallelamente, si allungava il tavolo del Consorzio. Decisiva fu la scelta della stessa Università di Firenze di entrare nel Consorzio. Poi, uno dopo l'altro, fecero il loro ingresso tutti i soggetti del territorio: la Provincia, la Camera di Commercio, il Consiag e poi la Fondazione bancaria, fino alla significativa adesione di una società privata, la Sirio.

Ma accadeva anche altro: si creavano le condizioni per l'affermarsi di un terzo lato della crescita, ovvero per una sostanziale estensione dell'oggetto delle attività universitarie a Prato. Da un semplice plesso didattico di sole aule il Polo tendeva a divenire un piccolo campus, dotato di servizi, di una buona biblioteca, e soprattutto di laboratori. A fianco dei corsi di laurea dell'Università si sviluppava inoltre un'intensa attività di alta formazione, in risposta a precisi bisogni espressi dal territorio. Come sempre, i numeri sono il migliore argomento: 3.067 studenti laureati, ma anche 1.500 allievi coinvolti nei progetti di formazione e, ancora, 21 laboratori di ricerca attivi; infine oltre 300 imprese coinvolte nei progetti di ricerca o di formazione.  

(...) Per quanto giovani abbiamo già una storia, nel senso che possediamo un'identità, che ci pone come punto di riferimento privilegiato per una serie di ambiti e specialità, sul piano degli studi universitari, della formazione di livello universitario, della ricerca applicata, attraverso un dialogo che è andato facendosi sempre più fitto con il mondo del lavoro e dell'impresa.

Ovviamente molto rimane da fare. Più volte abbiamo sottolineato la necessità di offrire agli studenti servizi complementari che riteniamo decisivi per lo sviluppo del Polo: la mensa, gli alloggi. C'è poi da lottare contro la penuria di risorse disponibili da parte di tutti i soggetti coinvolti nella impresa universitaria pratese, ad iniziare dalla stessa Università, e dagli enti pubblici territoriali, per finire alle associazioni e al mondo del lavoro, duramente colpiti dalla perdurante condizione di crisi. Eppure, proprio la crisi ha messo a nudo quanto sia saldo e profondo il legame che sta alla base del Polo pratese. L'Università ha stipulato un'apposita convenzione con il nostro Consorzio. E' stato confermato il patto tra i soci a favore del Polo per il prossimo triennio. Sono state rinnovate le convenzioni a favore dei singoli corsi di laurea, da parte del Comune, della Unione industriale, della Camera di Commercio, della Fondazione bancaria, della Azienda sanitaria. E proprio negli ultimi anni, nella fase forse più acuta della crisi, è andato significativamente crescendo il numero delle imprese che si sono rivolte a noi, nella prospettiva dell'innovazione, per portare avanti insieme progetti di ricerca e di formazione.

Insomma, ora che si compiono vent'anni, si può guardare indietro, al cammino percorso, con soddisfazione, e anche con un certo moderato legittimo orgoglio. Due sono stati i fattori che hanno qualificato in modo peculiare l'esperienza universitaria pratese. Da una parte, l'Università che non è venuta a Prato per piantare una bandierina, in sostanza per estendere l'accademia, ma piuttosto per realizzare progetti originali, fin dall'inizio legati al territorio, sostenuti da competenze scientifiche consolidate: questo il nostro filo conduttore in modo costante, che si trattasse di ingegneria, di distretti industriali,di sviluppo locale, di marketing e di organizzazione aziendale, di imprese dell'arte e dello spettacolo, di sanità. Dall'altra parte, Prato ha risposto. In quel gesto di vent'anni fa, compiuto insieme dal Sindaco e dal Presidente dell'Unione industriale, è contenuto il succo intero della nostra vicenda. Che è il seguente : quando questa città e questo territorio sanno tenere uniti pubblico e privato, il mondo delle istituzioni pubbliche e il mondo del lavoro, allora sono capaci di grandi imprese, come quella che celebriamo oggi. Al contrario, se la comunità si divide, si frammenta sempre più, diviene capace solo di piccole cose, di ordinaria amministrazione, non guarda più lontano e fatalmente decade.

Oggi è un compleanno, e dunque un giorno di festa. Concludo, perciò, augurando al progetto nato venti anni fa, all'Università di Firenze che lo ha sposato, alla comunità pratese che così fortemente lo ha voluto, per lo meno altri venti anni di successo.

 
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