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L'Associazione Scienze Agrarie e Ambientali Tropicali per la cooperazione e lo sviluppo

Associazione Scienze Agrarie e Ambientali Tropicali per  la cooperazione e lo sviluppo

Studiare ma anche stare insieme, condividere tempo e spazi, confrontare esperienze, valutare successi e insuccessi, progettare iniziative, divertirsi, crescere. In una parola sola, associarsi. Così nacque l’Università nel Medioevo e così continua a vivere oggi. Associazione studentesca per antonomasia, l’Università di Firenze è oggi una grande comunità animata dalla presenza di molte e diverse realtà associative studentesche.  Un mondo che stiamo esplorando attraverso il Notiziario, intervistando i rappresentanti di alcune associazioni. Dopo aver dato voce a due ragazzi stranieri, il presidente dell’Associazione degli Studenti e Studiosi Cinesi di Firenze e quello dell’Unione degli Studenti Africani di Firenze, ascoltiamo ora tre ragazze italiane - Benedetta Gianangeli, Chiara Grassi e Rosella Giunta – che ci parlano dell’associazione di cui fanno parte: l’Associazione Scienze Agrarie e Ambientali Tropicali per la cooperazione e lo sviluppo (ASAT).

La prima a prendere la parola è la veterana del gruppo - Chiara Grassi, dottore di ricerca in Agrobiotecnologie per le produzioni tropicali, ricercatrice ad Agraria e tesoriere dell’Associazione (nella foto, la seconda da sinistra) – che ci racconta come è nata ASAT e perché. 

“La nostra associazione è nata nel 1994 per iniziativa di studenti, laureandi e laureati dell’allora corso di laurea in scienze tropicali. Lo scopo era quello di creare una rete tra studenti ed ex studenti per mantenere i contatti tra gli associati che lavorano nei vari paesi del mondo e condividere le esperienze all’estero che molto spesso i tropicalisti fanno. Nata come un’associazione di studenti per studenti, ASAT è diventato anche un gruppo di studiosi ed esperti a servizio di inesperti e curiosi. Se lo scopo iniziale era quello di unire gli studenti e gli esperti di agraria e scienze tropicali, con il tempo si sono avvicinati all’associazione anche molte altre persone che, pur non avendo studiato agraria, sono interessate al mondo tropicale in generale e a quello della cooperazione. Una delle iniziative più importanti che curiamo, infatti, sono i cosiddetti “Giovedì tropicali”, seminari mensili realizzati in collaborazione con altre associazioni o ONG toscane e italiane, che si svolgono presso la Facoltà di Agraria, su temi inerenti la cooperazione allo sviluppo, lo squilibrio Nord-Sud e la conservazione delle risorse naturali. In questi seminari sono spesso presentati i risultati delle ricerche in corso svolte da accademici di tutto il mondo. Ad esempio, recentemente, colleghi brasiliani ci hanno presentato i loro studi sull’allevamento delle razze caprine, ricercatori ciprioti ci hanno illustrato le ricerche che stanno conducendo sul trattamento postraccolta della frutta”

“Obiettivi primari dell'associazione, in sintesi, sono quelli di divulgare la ricerca e di supportare gli studenti. Uno dei problemi che ci sta particolarmente a cuore è ad esempio l’occupazione. Non è facile orientarsi nel mondo del lavoro e soprattutto essere aggiornati su tutte le possibilità offerte, a livello nazionale ed internazionale, nel mondo della Cooperazione. Con il servizio “Trovalavoro”, che consiste nella raccolta e diffusione delle offerte di lavoro legate in qualche modo all'agricoltura tropicale per lo sviluppo, ci proponiamo di garantire un contatto tra le figure professionali interessate al mondo della cooperazione e le offerte provenienti dagli operatori del settore.”

Rosella Giunta, dottoressa in Sviluppo Rurale e Tropicale ed ex-segretaria dell’Associazione (nella foto, la prima da sinistra), ci illustra il funzionamento dell’Associazione.


“Abbiamo uno Statuto e chiediamo ai nostri soci una quota di iscrizione annuale di 5 euro per gli studenti e di 15 euro per chi non lo è più. Utilizziamo questi soldi per finanziare le nostre attività. Il Presidente dell’associazione è il professor Andrea Pardini (nella foto), garanzia di continuità, dal momento che studenti lo si è a termine. Abbiamo una pagina Facebook che è lo strumento attraverso il quale ci teniamo costantemente in contatto tra noi, raccontandoci in tempo reale quanto accade intorno a noi. Ad esempio un nostro collega si trovava in Paraguay durante il colpo di stato avvenuto la scorsa primavera e ci aggiornava su quello che stava succedendo.”

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, a Firenze, il 22 ottobre, all’Istituto Agronomico per l’Oltremare (IAO), si è tenuto un convegno sul tema “Le cooperative agricole nutrono il mondo”. In preparazione di questo evento, che fa parte del programma promosso dalla FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, ASAT ha indetto un concorso fotografico aperto a tutti gli studenti e i laureati della Facoltà di Agraria.


“Abbiamo raccolto foto ispirate al tema delle cooperative agricole, che sono state valutate da una commissione formata da rappresentanti di IAO, ASAT e Ottica Bongi, sponsor del concorso. Le 24 fotografie migliori sono state stampate ed esposte nella mostra inaugurata allo IAO, in via Antonio Cocchi 4, in occasione del convegno del 22 ottobre, che sarà aperta fino al 9 novembre con orario 9-12,30. Alla fine del convegno è stata scelta la fotografia migliore ed è stato premiato l'autore con la macchina fotografica digitale offerta da Bongi.
Ma questa non è l’unica iniziativa in programma. Speriamo di poter prossimamente replicare il corso di formazione sulle modalità di stesura di un progetto sia esso MAE (Ministero Affari Esteri) o EU (Unione Europea). Si tratta di un corso di base, organizzato in collaborazione con il COOPI, un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente che lotta contro ogni forma di povertà per migliorare il mondo, per imparare a formulare, presentare e rendicontare un progetto da realizzare utilizzando fondi ministeriali o europei.”

Benedetta Gianangeli, laureanda in Sviluppo Rurale Tropicale, ci racconta invece delle collaborazioni avviate da ASAT con altri enti e associazioni.


“Abbiamo partecipato a Terra Futura, la “fiera-mostra-convegno” unica nel suo genere che ogni anno alla Fortezza da Basso di Firenze riunisce le migliori energie e proposte della società civile, delle istituzioni e delle imprese impegnate nella costruzione di un futuro sostenibile e più equo per tutti. Abbiamo partecipato anche a Expo Ruralia, la mostra-mercato annuale allestita alle Cascine per far conoscere i prodotti rurali toscani e no. 
Inoltre siamo quasi sempre presenti alle iniziative di orientamento rivolte agli studenti delle scuole superiori organizzate dalla Facoltà di Agraria e dall’Ateneo.” 

E quando le chiediamo "Cosa significa in concreto essere tropicalisti impegnati nella cooperazione internazionale?" ci racconta del lavoro svolto prima di riprendere gli studi.

“Io ho lavorato per tre anni in Egitto, nel Parco del Deserto Bianco, a 570 km a sudovest dal Cairo. Ho lavorato come consulente esterno nei primi anni per “Egyptian Environmental Affairs Agency (EEAA)” che corrisponde al nostro Ministero dell’ Ambiente e poi nel Programma di Cooperazione Ambientale – “Egyptian-Italian Environmental Cooperation Program” della Cooperazione Italiana in Egitto prima dello scoppio della primavera araba del 25 gennaio 2010. Dovevo occuparmi del monitoraggio ambientale di flora e fauna e della formazione dei ranger del Parco in tali materie.”

Conclude Chiara raccontando la sua esperienza:

“Io invece sono stata in Asia, nelle Filippine, dove, per più di quattro mesi tra tirocinio e tesi, ho studiato la coltivazione del riso in condizioni aerobiche e lavorato in un centro di ricerca internazionale: l’IRRI - International Rice Research Institute.” (gg)

 
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